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Poeti e la guerra (I)

Riguardo alla guerra la nella cultura italiana ci sono posizioni molto differenti: Dal 1880 in poi c'è un crogiolo di movimenti e di posizioni personali. Alcuni erano neutrali, 
  • la Voce era interventista "L'uomo deve ritrovare la propria autenticità, ora siamo troppo raffinati."
  • Le teorie di selezione della razze e le previsioni di Malthus erano la bandiera ideologica del Futurismo. 
  • Pascoli, ispirato dalle ragioni del Socialismo umanitario era interventista
  • Slataper e Ungaretti erano nazionalisti, con l'idea di una Quarta Guerra d'Indipendenza.
  • Il primo aveva concluso così il suo  romanzo "Il mio Carso" "Simile al filo d’erba del Carso che ha spaccato la roccia per spuntare, egli con l’acquisita coscienza della misteriosa negatività dell’esistenza, riprende il cammino, per inserirsi attivamente e solidalmente nella vita della comunità civile: Noi vogliamo amare e lavorare» [leggi]
    Il Carso è un luogo alto, da asceti, arido solo in apparenza, è un luogo buono, da imitarsi. Una posizioni di "lisi" come quella di Renato Serra che non credeva che essa avrebbe portato un mutamento totale e sulle colonne della Voce scriveva , nel 1915 "la guerra non mi riguarda, è un fatto come gli altri.


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