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Visualizzazione dei post da novembre, 2017

Il più grande poeta del Novecento italiano?

O almeno il più rappresentativo I grandi della letteratura Montale  intorno al minuto 7  e poi dal minuto 36 alla fine Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di  scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. Montale ha 20 anni quando scrive questa poesia, è il 1916, nove anni prima di Ossi di Seppia. L'incertezza umana e lo stato di "abbandono" dell'uomo e del paesaggio La muraglia nell'ultima strofa descrive l'isolamento dell'uomo . Il muro è inval

L’amor che move il sole e l’altre stelle

di Antonio "il pensiero poetante" Prete da Doppiozero.com L’ultimo verso del  Paradiso  di Dante, l’ultimo verso della  Commedia . Certo, è un verso che viene dopo l’ultima terzina, conclusivo, ed è parte di una frase poetica, che è questa:             ma già volgeva il mio disio e ‘l velle       sì come rota ch’igualmente è mossa       l’amor che move il sole e l’altre stelle.       L’amore, quell’amore che è principio e anima dell’universo, quell’amore che muove il sole e le stelle, volgeva già il desiderio del poeta e il suo volere, lo volgeva, cioè accoglieva, nel suo ritmo, come ciascun punto di una ruota partecipa del movimento che ad essa è impresso. L’ultimo verso dice, dopo l’estrema visione, l’appartenenza dell’essere umano, di ogni essere, al ritmo dell’universo, all’unico movimento, un movimento che ha come sorgente e anima l’amore. Il libro della  Commedia , il grande viaggio nei tre regni in cui vivono passioni e memorie e gesti e fremiti e sogn